Il Tocatì, il Festival Internazionale dei Giochi in Strada, si farà anche quest’anno!
Le biglie, lo s’cianco, i birilli. E come dimenticarsi della campana disegnata a terra con i gessetti colorati: un tuffo nel passato, quando ancora i giochi in strada erano l’unico vero motivo per uscire di casa, proprio quelli di una volta, e un ospite davvero speciale quest’anno, l’Italia dei Borghi.
Il Tocatì, il Festival Internazionale dei Giochi in Strada, si farà anche in questo 2020 così imprevedibile ed indimenticabile: nel terzo fine settimana di Settembre, dal 17 al 20, si terrà a Verona la XVIII edizione di questa manifestazione che, ogni anno, porta gioia, colori, sapori e peculiarità in un evento incredibile ed unico nel suo genere.
Quest’anno si svolgerà nel rispetto delle ordinanze e linee guida vigenti in materia di tutela della salute pubblica tanto che si è deciso di ricorrere alla tecnologia per avere una grande piazza virtuale: ogni borgo ospite organizzerà dei momenti di gioco e Verona sarà collegata con tutta Italia tramite maxischermi che mostreranno in tempo reale quanto accade nelle altre città. Il Tocatì diffuso potremmo chiamarlo quest’anno! Inoltre, non si giocherà più solo in centro storico ma quest’anno ci si allargherà anche ai quartieri, in modo da avere più location ed evitare gli assembramenti.
Tredici quindi le comunità ludiche sparse per lo Stivale che si collegheranno online mentre lanceranno l’uovo o andranno sui trampoli, intente a rotolare sugli alpeggi il formaggio o impegnati a remare sulle imbarcazioni della laguna. E poi, cos’altro potranno trovare gli ospiti giustamente curiosi e intenti a scoprire le ricchezze più nascoste ed antiche del Bel Paese?
Partendo dal Nord, lo sport tradizionale dello Tsan, in Valle d’Aosta: un gioco simile al baseball che si pratica nei prati scoscesi tra Montjovet e Aosta, in Val d’Ayas e in Valtournenche.
Un gioco tipicamente femminile del Piemonte, invece, nelle Langhe, dove a Farigliano, al confine con il sito UNESCO “Paesaggio vitivinicolo del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”, ci si diletta con i birilli: un gioco tradizionale che consiste nel lanciare una grossa boccia di legno con lo scopo di abbattere nove bije (grandi birilli) alti circa un metro, la forma degli strumenti di gioco si dice rimandi alla fertilità. In provincia di Cremona, a Casalmaggiore dove a rotolare – per davvero- è una grossa rotoballa di paglia, spinta da giocatori di età media 25 anni. È con questo gioco che l’Associazione Oltrefossa fa rivivere un’antica pratica che nel ‘900 vedeva i mugnai del cremonese sostituire le grosse macine dei mulini ad acqua facendole rotolare lungo gli argini del fiume.
Tra le acque amiche della Laguna veneta, invece, seguiamo la competizione delle remiere a Burano, imbarcazioni tradizionali di voga alla veneta si sfidano in velocità tra Malamocco e la pittoresca isola dai colori vivaci.
Due lanci a Pilote, gioco che ricorda la Pelota Valenciana, ci invitano a conoscere una comunità ludica di ragazzi e ragazze ultra quattordicienni intenti a lanciarsi e rilanciarsi con le mani una palla di pelle e fibra di canapa. Siamo a Gemona del Friuli, in provincia di Udine.
A Monterosso al Mare, nel contesto di uno dei più famosi siti UNESCO del Parco Nazionale delle cinque Terre, possiamo ammirare la maestria dei lanci delle giocatrici monterossine, intente a colpire le noci delle concorrenti per accaparrarsi un prezioso bottino per preparare il caratteristico pesto.
Sempre di cibo si parla, ma questa volta di formaggio, per la precisione di cacio. E dove? A Pienza, nel Parco della Val d’Orcia, il gioco è legato alla cultura del territorio e del cibo tradizionale: per questo, in questa edizione di Tocatì, scopriremo il gioco del Cacio al Fuso, che deriva dall’antica usanza dei pastori di battere sulla forma di formaggio per testarne la qualità.
A Schieti andare sui trampoli ricorda l’antica necessità di muoversi in zone paludose; ad Arpino, un borgo adagiato ai piedi dell’Appennino centrale, è invece il bisogno delle donne ciociare di portare l’acqua in paese che si è trasformato in pratica ludica. Si corre con grandi anfore di terracotta colme d’acqua sul capo, sfidandosi in vere e proprie competizioni.
Siamo a Sud quando incontriamo a Montebello Jonico, in provincia di Reggio Calabria, un folto gruppo di giocatori di tutte le età decisi a lanciare dei birilli di legno – brigghja – per accaparrarsi le monete poste a debita distanza, sopra a un birillo da abbattere.
Nelle Isole, dove un formaggio rotolante, il Maiorchino, ci invita a scoprire i viottoli in discesa di Novara di Sicilia, in provincia di Messina, i cui abitanti si sfidano a lanciare la forma il più distante possibile, pratica che rimanda anche in questo caso all’usanza dei contadini di testare le forme di formaggio. Ultima tappa a Ollolai, in provincia di Nuoro, Sardegna, per mettersi alla prova con una tecnica di lotta sarda tradizionale che un tempo era considerata una manifestazione di virilità: S’Istrumpa.
Tutta l’Italia, insomma, riunita da Nord a Sud: un viaggio, virtuale o fisico, alla scoperta delle tradizioni culturali, culinarie ed artigianali di ogni regione, incontrando persone e ascoltando storie che portano ad oggi danze, musiche, piatti e modus vivendi dei nostri nonni e del passato.
Una pluralità di pratiche rituali e ludiche attraverso cui raccontare la penisola italiana, un Tocatì diffuso per riscoprirla con occhi curiosi nonostante il periodo che stiamo attraversando da mesi.
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